La vergogna, flagello della supervisione

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Abstract
“La vergogna, flagello della supervisione”… In questo articolo, in gran parte basato sulla sua esperienza personale, Valérie Perret si rivolge contemporaneamente a supervisori e supervisionati. A entrambi ricorda come la vergogna si insedii e come la supervisione, in quanto contesto di apprendimento, ne rimetta in moto i meccanismi. La vergogna si nutre della segretezza e “si secca alla luce”. Ai supervisionati dice che provare vergogna non è una vergogna; è legittimo aspettarsi che un supervisore ci accolga e ci sostenga incondizionatamente, compresi gli aspetti della nostra pratica di cui siamo poco fieri. Ai supervisori mostra come ascoltare i bisogni relazionali (Erskine, Moursund, Trautmann) permetta di creare una struttura in grado di facilitare l’emergere della vergogna e di uscirne

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