Maria Frangioni

Psicologa e Psicoterapeuta.
Laureata presso: Università degli Studi di Pisa. Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana con il n° 4948 dal 12/04/2008

Mi chiamo Maria Frangioni, sono iscritta all’Albo degli Psicologi della Toscana con il n. 4948, sono psicoterapeuta e counsellor ad indirizzo Analitico Transazionale. Ho una formazione specifica in Mindfulness, in Psicotraumatologia, in Psicoterapia di Gruppo, in EMDR, sull’Ascolto Attivo e sulle tematiche LGBT+. Ho una buona conoscenza della lingua tedesca per cui posso lavorare anche in tedesco.

Svolgo la libera professione privatamente presso il mio studio, sia per quanto riguarda l’ambito clinico e di counselling che per la Mindfulness e la formazione di insegnanti e educatori. Collaboro con Istituti Scolastici ed altre Istituzioni per specifici progetti di formazione insegnanti, interventi sulle classi e sostegno alla genitorialità, e per progetti sociali di progettazione partecipata e gestione dei conflitti.

Nel mio studio lavoro con adulti e adolescenti per disturbi dell’umore, di personalità, e relazionali, con setting individuale, di coppia o familiare e di gruppo; gestisco gruppi introduttivi e di approfondimento di Mindfulness; organizzo occasioni intensive di psicoterapia di gruppo, anche con tecniche espressive e psicocorporee¸ e seminari di approfondimento su singole tematiche. In collaborazione con scuole ed altre istituzioni gestisco supervisioni, formazione e sportelli di consulenza per adolescenti, insegnanti e genitori, oppure in campo sociale sulla comunicazione e gestione creativa dei conflitti.

Ho scelto di dedicarmi alle relazioni di aiuto perché ritengo, a partire dalla mia esperienza e da quella delle tante persone che ho avuto la fortuna di incontrare, che la vita sia un’esperienza bella ed interessante – che a volte può essere terribilmente faticosa. Io ho trovato sulla mia strada chi mia ha aiutata nei momenti difficili, ed è stato importante. Sono convinta che ciascuna persona sia troppo preziosa per venire sprecata dalla sofferenza inutile, dal disagio evitabile, dalle rigidità proprie e degli altri. A volte basta poco, a volte invece è necessario fare un po’ di fatica per liberarsi da “destini” che abbiamo a lungo creduto ineludibili. In ogni caso ne vale la pena.

“Nessuno è prigioniero della propria storia, ma del racconto in cui l’ha inclusa.”
(J.Hillmann)

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